Milano – Aria condizionata, pompe di calore e climatizzatori ad elevata. Oggi a Francesco Tadini non va solo di fare pubblicità, ma di porsi in atteggiamento (o sentimento?) di autentica adorazione per coloro i quali inventano, brevettano, installano e manutengono una delle categorie di “innovazione tecnologica” a più alto indice di godimento.
Detto a Milano il 15 agosto 2016 – come in qualunque altro Ferragosto, del resto – suona facile, direte voi, miei ipocriti lettori! Ma abbiate almeno pietà per chi resta in via Niccolò Jommelli 24 a presidiare Spazio Tadini perché finiscano – lavoratori seri – l’installazione di un impianto di condizionamento con pompe di calore ad aria (la più frequente, tecnicamente, è quella aria-aria, adatta ad estrarre calore dall’aria dell’ambiente riversandolo all’interno oppure all’esterno di un qualunque edificio, a seconda della stagione).
Da pochi giorni ho potuto azionare l’aria condizionata – parte dell’impianto, diviso in macchine singole è già operativo – e sto vivendo una sorta di Estasi. … Punto primo (bellissimo): Milano è semi-deserta e si presta a delle pedalate centro – periferia favolose. Punto secondo: il rientro a casa – con le poche provviste indispensabili – è reso letteralmente mitico dal funzionamento di questi climatizzatori a elevata efficienza energetica: in poche parole producono un freddo polare a basso costo e rispettando il pianeta.
Le idee si chiariscono. Il cervello riesce a produrre dei contatti insperabili prima. E, detenendo il Tadini un numero di neuroni che si contano sulle dita di una mano, viene messo in condizione persino di affrontare una tastiera qwerty semi-sporca come questa e gettare al vento internettiano parole in libertà.
Libero da condizionamenti. Ma condizionato del tutto.
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