Milano: piazzale Loreto e via Porpora. Estate 2019. Precisamente primo luglio. Segnalo – questo è il blog più pazzo del mondo, sapevatelo – asfalto molle adatto a macro-fotografia di impronte dei cavalletti motoristici. Invoglio a non perdere l’occasione di seguirmi tra gli incroci stradali di viale Lombardia e via Lulli. Chiedo consiglio a un passante per scegliere il brano musicale di sottofondo, da loopparmi in cuffia.
Sono le quattordici e tutto si lessa. Io cotechino penso a un passato glorioso in cima alle vette, al fresco, con quel mio amico d’infanzia. Il Maurizio. Io biancostato desidero rendermi utile alla memoria dell’asfalto molle. Sarebbe sano pubblicare un paio di tomi fotografici sul tema. Con un progetto – come dicono alcuni esperti di letture portfolio – a prova di bomba.
Cambio un obiettivo in favore di una visione più ampia. Chiudo il diaframma. Mi voglio tutto a fuoco, io. Poco ma inciso. Come l’onda di un pensiero sulla battigia mi lascio andare e spumo, spumo. Quattordici e trenta. Sono dei pesci.
Oroscopo estate 2019: non credere a chi ti vuol far credere di non credere. Salute: così così, con gastrite in altalenante aumento. Soldi: boh, va bene così, al limite. Figlia Francesca – si, quella Francesca Tadini che porta il mio cognome e che non si fa vedere da dieci anni – in dissolvenza a nero. O a bianco: vedi tu, lettore.
Sono le quindici e io pollo ho fatto già abbastanza brodo. Io gallina vecchia che inseguo la “quasi-felicità” che consiste, principalmente, nell’allontanarmi da ciò che mi ha respinto. Io vacca munta dalla vita. Io airone senza ali alla riva del Po’. Io, sbiadito ricordo di un Francesco Tadini desiderante. Io merda.
Per oggi può bastare. Poi riprendo. Scriverò un tutorial su come non farsi passare la gastrite.
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